I miei lettori abituali si ricorderanno che novembre ho sostenuto l’esame scritto per l’iscrizione all’albo degli ingegneri di Milano. Due settimane fa ho dato l’orale. Non ho studiato niente, pensavo fosse una farsa come mi era stato detto, si è svolto così:
Esaminatore: “Va bè firmi e se ne vada.”
Io: “Ok.”
Esaminatore: “Lei lavora?”
Io: “Sì, presso [nomeazienda]”
Esaminatore: “Dove?”
Io: “Eh ad Agrate ma non in sede, in una sede distaccata..”
Esaminatore: “Ahhh lei lavora con [nome_di_un_tizio_a_me_sconosciuto]?”
Io: “No, lavoro con [nome_del_mio_capo]”
Esaminatore: “Ah [nome_del_mio_capo], me lo saluti!”
Io: “Lei è?”
Esaminatore: “[nome_dell_esaminatore]”
Io: “Ok, salve.”
Mi ricordo che dopo quell’orale, mentre me ne tornavo a casa con la mia fedelissima Sambi, pensai al fatto che non avevo più niente a che fare con l’università. Mi sono sentito in una fase di svolta della mia vita, come se fossi diventato “adulto” all’improvviso, come se davanti avessi tante possibilità e tante porte da aprire. Ero sereno quel pomeriggio di sole, con la mia Sambi, che mi rende così buffo e contraddittorio, come sono e mi piace essere.
La mia bellissima Sambi rosa.
Settimana scorsa sono usciti finalmente i risultati definitivi: 99 su 100. Non penso che mi iscriverò all’albo, attualemente non ne avrei vantaggi, ma sono contento per il risultato ottenuto, soprattutto perchè potrò sfottere a vita il 92 del Gladiatore. Suca BASTARDO!
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