Sveglio. C’è rumore e luce. Mio padre sta aprendo la finestra. Non mi svegliano mai quindi ci deve essere qualcosa che non và, gli dico “Ma che cazzo?” risponde “Sono le cinque e un quarto, l’ultima volta che hai dormito così tanto ti sei lamentato che non ti abbiamo svegliato”, era vero.
Sono nel mio letto, buono. La bocca non sà di vomito, ottimo. Mi guardo intorno per cercare qualcosa per aiutare la memoria a ricordare. Di solito lascio cordless e cellulare di fianco a letto per fare le mie strane chiamate domenicali. Il cordeless c’era ma al posto del cellulare c’era un foglio di carta con un numero di telefono, scritto da me.
Funziona. Mi ricordo del perchè non avevo il cellure, una mia amica me l’aveva “rubato”, e sul foglio avevo segnato il suo numero. La chiamo e mi faccio dire com’è andata la serata e perchè cazzo mi aveva fottuto il cellulare. Non le avevo detto un pettegolezzo che voleva sapere, però si offre di riportarmelo, quindi tuttosommato và bene, avevo anche trovato compagnia per pranzo (ho mangiato una pizza dal kebbabaro intorno alle 18).
Chiamo Marco, il mio fedele compagno da Plastic, il suo numero è facile, lo ricordo a memoria. Con le sue informazioni riesco a ricostruire la serata perfettamente.
E’ bello questo gioco dei puzzle, ricostruire la memoria, mettere insieme le cose, oltre a farmi sentire debosciato mi diverte.
Cmq è stato bello. Molto rammarico perchè le mie previsioni si sono avverate. Il bordello è chiuso, tutto trasferito in sala grande, un idea che mi hanno confermato tutti piace solo a chi l’avuta, Sergio. Penso che niente in vita mia mi darà mai tutti i magici momenti che quella piccola calda stanza sudata mi ha regalato in questi ultimi anni.
Addio Bordello, ti sono debitore.
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