Questo è stato un weekend per me strano. Ho lasciato Milano e mi sono diretto in un agriturismo in collina, in provincia di Modena. No, non sono impazzito. A Cà Monduzzi il mio amico Paolino, aveva deciso di festeggiare il suo trentesimo compleanno. Ancora auguri super!
Eravamo in 23, in una giornata abbiamo bevuto 40 bottiglie di vino, una media di 1.3 litri a testa, non male. Potrei parlarvi dei personaggi strani di Zocca, tutti sedicenti migliori amici di Vasco Rossi, potrei parlarvi di chi ha perso la memoria, dell’avventura con la polizia, degli ignari cittadini o delle maledette macchie d’olio sulle scale, invece vi parlerò del preserata.
Eravamo tutti riuniti nell’appartemento di Paolo, il più grande, verso le 19, a bere san giovese e cantare mentre Lollo schitarrava canzoni di Vasco. La finestra era aperta, nonostante il freddo gelido, per permettere ai non fumatori di respirare. Io mi sono avvicinato alla finestra e ho guardato il tramonto dei colli bolognesi.
Poi mi sono girato, guardando la stanza, e ho iniziato a fare una piccola banale riflessione. Il mio amico Turaz, che era lì con me, ha iniziato a parlarmi. Stavamo pensando alla stessa cosa.
La gente insegue un sacco di cose per essere felice: vuole la carriera, vuola una bella auto/guardaroba, vuole un bel compagno da amare, vuole dei figli, vuole avere un sacco di soldi, vuole una posizione affermata in società, vuole dei premi. Ma alla fine quando ti trovi in una stanza piena di amici, a fare i coglioni, con un bicchiere di vino in mano, a cantare insieme, non te ne frega un cazzo di tutto il resto, e sei felice.
Al Bano e Romina Power la sapevano lunga quando nel 1982 presentavano al Festival “Felcità“…
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