Bilancio 2007 e fioretti per il 2008

Prima di tutto voglio dirvi che il blog, nel suo mese di vita è andato bene, sono soddisfatto dei contenuti che ho trattato finora. Ho ricevuto diversi complimenti: “qualcosa di diverso”, “hai coraggio a scrivere ciò che sei”, l’unico che ha detto che è brutto è Cerro ma lui è ritardato e non conta. Comunque ho ricevuto meno commenti di quanto mi aspettassi. Vi prego, commentate, dialogate, esprimete la vostra opinione, potete commentare anonimamente mettendo un nome falso e un email falsa, quindi non vi fate problemi.

New Year’s Eve: l’unica vera festa del calendario non inquinata dalla religione cattolica. Un momento in cui si guarda indietro e si pensa a ciò che il 2007 ci ha lasciato, e si inventano speranze per il 2008.

Two Man Sound - Disco Samba

Il celeberrimo medley dei Two Man Sound, la classica canzone di capodanno, volgarmente conosciuta come “pe pe pe pe pe”

Per quanto riguarda me il 2007 è stato un anno ricco di avvenimenti:

  • Morte di entrami i miei ultimi nonni. Non mi importava molto di loro, ma comunque se schiattassero i miei sarei ufficialmente solo.
  • Laurea, fine del mondo universitario, fine degli studi, un grosso ciclo della mia vita che si è finalmente chiuso.
  • Primo vero lavoro, contratto da un anno. Onestamente direi che questo lavoro è il sogno della mia vita.
  • Ho visto la morte in faccia 2 volte, la prima era una domenica in cui, senza far niente, ogni piccolo movimento mi causava una forte tachicardia e iperventilazione, rimasi fermo a terra per decine di minuti, mi sono sentito svenire più volte, ho pensato di stare per morire. I medici poi mi dissero che al massimo sarei svenuto senza conseguenze. La seconda volta è stata in un incidente d’auto in autostrada. Testa coda, sbattuti sul guard rail separatore delle 2 carreggiate, ti vedi le macchine che ti vengono addosso, impatto laterale con un furgoncino, ribaltamento e finimmo a testa in giù in un fosso. Io e Sere da lì uscimmo praticamente illesi, macchina buttata.
  • Ho voluto chiudere la mia storia d’amore con Sere iniziata nel 2006.
  • Ho comprato una Alfa 147 che pagherò in 2 anni.
  • Ho ritrovato l’amore ma non è finita decisamente come avrei voluto.

Tutto sommato non è stato un’anno positivo, ma di sicuro neanche il peggiore.

Fioretti per il prossimo anno, cosa che posso effettivamente realizzare (quindi evito di includere “bere di meno”):

  • Fumare di meno.
  • Drogarmi di meno.
  • Portare a termine un progetto musicale che mi stà balenando in testa da qualche giorno.
  • Fare una vacanza estiva degenero con amici.
  • Dimagrire.
  • Fare attività fisica.
  • Pulire quella maledetta macchia di cuba sul sedile della mia alfa.

Tutto questo se sopravviverò all’ennesimo capodanno. Il programma per la serata è il classico: cenone + Killer.

Ricordo la legge di Cerro sui capodanni: Qualunque somma di denaro tu spenda, con chiunque tu sia, ovunque ti trovi, a capodanno ci si rompe il cazzo.

Auguro a tutte le persone che conosco e ai lettori di www.maledettaprimavera.com di passare un felice capodanno senza rompersi i coglioni nemmeno un minuto. Mi raccomando, fate saltare i tappi delle bottiglie! E raccontatemi come è andata…

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La festa peggiore dell’anno: Natale

Natale cari miei, fa schifo. E’ in assoluto la festa più brutta dell’anno e coincide col periodo più brutto dell’anno. E’ devastante, ultrasopravvalutato e schifosamente capitalista.

Una mia foto del 2002 che sarebbe dovuta comparire su un calendario amatoriale di amici seminudi. Ero Dicembre. Paglia e boccia di Crystal, molto in stile Suby.

Dicembre 2002

Per i cattolici è l’anniversario della nascita di Gesù di Nazaret, la seconda festività più importante, dopo la Pasqua. Premesso che credo che Gesù di Nazaret sia solo un personaggio mitologico e non realmente esistito, la sua data di nascita è assolutamente ignota. La decisione di celebrarla il 25 Dicembre nasce dal fatto che di diverse feste per altre divinità più antiche (ad esempio Mitra), o feste pagane legate all’agricoltura invernale, venivano festeggiate in questo periodo.

Per me è una scandalosa fiera del consumismo e dell’ipocrisia.

Prima di tutto sta storia della famiglia e dei regali non stà nè in cielo nè in terra. Voglio dire… Per me è sbagliato volere bene alle persone solo perchè abbiamo dei legami di sangue. Io voglio bene ai miei genitori, e con loro, e solo loro, pranzerò oggi, come faccio daltronde ogni sabato della mia vita. Ma perchè dovrei unirmi a tavolate con persone che vedo una volta all’anno, con bambini rompicoglioni che strillano tutto il tempo, solo perchè sono la mia famiglia? Ho degli zii, avevo dei nonni, non mi stavano simpatici, non ci vado daccordo, non sono niente per me. Perchè avrei dovuto pranzare con loro? Ipocrisie dei rapporti familiari.

E i regali poi? La gente è LETTERALMENTE OBBLIGATA a fare regali. Perchè si usa, perchè altrimenti il ricevente ci rimane male, perchè gli altri li fanno a te, non ha senso. Non ci vorrebbero forzature nelle dimostrazioni di affetto. Non dovrei sentirmi obbligato a fare un regalo ad una persona che voglio bene e se le voglio fare un regalo non dovrebbe essere per forza per il 25 Dicembre. E invece si comprano regaloni per la famiglia e per il partner, regali per gli amici e regalini per i conoscenti. Ma perchè devo spendere dei soldi per dei conoscenti? E chi mi conosce può dire tutto di me tranne che sono tirchio.

Lo sfarzo forzato. Un’altra cosa che non sopporto. Si spendono nelle case degli italiani un sacco di soldi per il pranzo, un sacco di soldi per i regali, il tempo speso per girare i negozi. Lo Stato e i commercianti spendono un sacco di soldi nell’addobbare le nostre città, fiumi di elettricità consumati per avere le lucine nelle vie, giorno e notte. Perchè sia tutto più speciale, tutto più bello per questa fantastica festa, perchè a Natale ci si vuole tutti più bene (altra ipocrisia), gli italiani spendono un sacco di soldi. Io penso fermamente che una società evoluta dovrebbe destinare, non dico tutti, ma un 10% di tutti questi soldi spesi per cose assolutamente non necessarie, ad una qualunque associazione di beneficenza.

Ora riassumo a punti tutti gli altri aspetti negativi del Natale:

  • Il traffico diventa scandaloso, in città non ci si muove, le strade sono strapiene, nei negozi c’è ressa e coda alle casse.
  • Sono in ferie obbligate, non posso andare via perchè è un periodo carissimo e mi tocca stare in ferie a Milano, coi miei in ferie e quindi a casa pure loro. Che palle!
  • E’ tutto chiuso, negozi chiusi, locali chiusi, discoteche chiuse. A parte il cinema non c’è niente da fare, una noia mortale.
  • Il punto sopra è complicato anche dal fatto che è il periodo più freddo dell’anno e non si può stare per strada.
  • Il 90% dei regali che fai non piacciono.
  • Il 90% dei regali che ricevi non ti piacciono.
  • Il pranzo del 25 o il cenone del 24 o entrambi sono una rottura di coglioni pazzesca e interminabile mentre sei costretto a rimpinzarti fino a vomitare (ricordiamo sempre che c’è gente che muore di fame). Durante tutto il pasto devi fingerti interessato ai numerosi discorsi banalissimi che emergono, per non parlare di chi ti asciuga coi ricordi da bambino.

Mi limito ad augurarvi di non spaccarvi troppo le palle durante tutte queste festività e di passarle con persone di cui ve ne freghi qualcosa. Per quanto mi riguarda il 24 ho cenato da solo e sono andato al Betza, oggi pranzo coi miei e poi mi beccherò con gli amici che sono riusciti a liberarsi dai parenti, cinema, forse cena fuori e poi Betza. Grazie al cielo Guido non chiude mai.

Sò che molti di voi non concorderanno, ma Natale è la peggiore festa dell’anno, io ne sono sicuro. Volete provare a farmi cambiare idea? You’re welcome…

P.S. Ho speso 70 euro per l’unico regalo che ho fatto, alla Cicciona, perchè sò che ci tiene a ste robe e per me si è spesso spaccata la schiena e sono felice di poter spendere 70 euro, ora che lavoro, per cercare di farla felice. Dico questo per le persone che mi verrebbero a dire il classico “Tu predichi bene e razzoli male”, sicuramente prima o poi lo farò, but not this time.

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Mentire agli altri

Vi ho già tirato pazzi con post sul mentire a se stessi, ora voglio parlare del mentire ad altre persone.

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Non esistono persone che non hanno mai mentito. Tutti abbiamo detto delle bugie, a volte gravi, a volte leggere, perchè?

La principale motivazione della menzogna è il fatto di evitare le conseguenze, qualunque esse siano, indotte dal segnalare ad un’altra persona la verità. Le bugie si dividono in diversi tipi, e si possono più o meno giustificare.

Ora, facciamo un po’ di distinzione… A tutti capita di arrivare in ritardo e inventare una scusa per giustificarsi, non credo che ci sia niente di male in questo. In generale non credo ci sia niente di male nel mentire un fatto particolare, compreso un tradimento, purchè esso sia e rimanga un’esperienza isolata. Ma ci sono occasioni in cui le persone mentono riguardo a quello che sono o a quello che provano, alcuni esempi:

  • Tacere al partner una relazione con un’altra persona, per paura di perderlo.
  • Indianare ad una tipa la tua vita da sballato per paura che scappi.
  • Non dire al partner che a volte si torna a casa pensando indietro.
  • Negare la propria omosessualità per paura di essere derisi ed emarginati.
  • Negare alla compagnia che te lo scopi per paura che si sparli.

Io non sono un grande bugiardo, non che non sappia mentire, l’ho fatto, ma non soglio farlo. In realtà non ne capisco le motivazioni.

Mentire per paura di perdere, per paura di non essere accettati, di essere messi da parte, che senso ha?

Una persona è quello che è per quello che pensa e le cose che fa, sono queste le caratteristiche che lo distinguono dagli altri. Se io negassi agli altri un’aspetto di me sarebbe come porsi per quello che non si sono, è come recitare una parte, leggere un copione, farlo per essere accettati dagli altri. Per me non ha senso. Non ha senso preferire essere accettati per ciò che non si è, piuttosto che niente.

Io non nego niente di me. Sono quello che dico, faccio quello che dico e dico tutto quello che faccio.

Ci sono tante persone che pur se non mi hanno mai fatto niente di male mi stanno sul cazzo, è così, a pelle non mi ci trovo. Amen. Non succede niente, mica devo menarli per questo. La stessa cosa vale per me: non voglio essere simpatico a tutti, non si può pensare di poter essere simpatici a tutti. Se piaccio per quello che sono bene, altrimenti continuo a non vedere un buon motivo per cercare di apparire per come non sono.

Qualcuno di voi potrebbe non essere daccordo, perchè mentire allora?

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Quattro anni dopo…

Avrete la cronaca di 24 ore della mia vita, a partire dalle 13 di sabato 15 dicembre 2007.

Sveglia verso le 13 (che è presto per me), venerdì sono tornato presto, ero stanco. Mi sparo un paio di telefilm, pranzo, poi la cicciona, che la sera teneva una cena, aveva bisogno di aiuto in cucina e così ho passato una ora e mezza a fare patè e a tirare la pasta, non potevo rifiutarmi perchè si era sbattuta esageratamente per la mia cena di compleanno.

Dovevo uscire presto, perchè la sera c’era la cena di natale con un sacco di amici al Betzabea (locale di Guido) e c’erano delle situazioni da dj che richiedevano della preparazione. Così munito dei miei fondamentali vinili timecoded (non vi spiego cosa sono) esco di casa, portando un paio di sacchetti di spazzatura, sulle scale mi cadono le chiavi, mi chino a raccoglierle e dalla custodia mi rotola fuori un vinile, cade a terra e si rompe.

IMPAZZISCO, decine di bestemmie urlate per le scale, calci al sacchetto della spazzatura che si apre rovesciando fuliggine per tutto il pianerottolo, i miei che escono e mi guardano increduli ma non hanno il coraggio di dirmi niente, la parte musicale della serata è stata rovinata, abbiamo provato con i cd timecoded ma non ha funzionato, Gianni ci contava molto, mi sento in colpa. Mia madre mi ha chiamato mezzora dopo per essere rassicurata sul fatto che io stessi bene e non ce l’avessi con lei, tenera. Al Betza quel super di Paolo mi ha anche tirato scemo, ho pure risposto male a Gatto, scusa.

Cena al Betzabea, risotto osceno, vino a volontà, oltre a quello i soliti 3 cuba e una birra da 66 bevuta mentre l’Elisa, ragazza bella, sveglia e simpatica, mi porta al Killer. Serata strana, è tornato improvvisamente a valere il divieto di alcolici dopo le 2 (si perchè al Plastic non ha funzionato molto), erano le 2 passate quindi 25 euro per entrare senza poter usufruire della consumazione. Tanto che io e Marco ci siamo visti costretti ad effettuare un sottobanco, 20 euro per 2 cuba, e sotto insistenza di Cecco sono anche uscito a spararmi una birra dal chiosco del classico paninaro vicino al Killer. Chiusura ballando un lento, sotto le note di “E dimmi che non vuoi morire” di Patty, con una ragazza bellissima che aveva una scollatura sulla schiena da bava alla bocca, nessun approccio, solo un “E’ stato bellissimo”. Rientro con Guido e Lollo ma non verso casa, verso il Betza. Piada crudo e brie da me preparata. Dormita in 3 sul divano letto del magazzino sotterraneo. Un freddo allucinante, tutti e tre completamente vestiti, con tanto di giubbotto, io l’avevo lasciato in macchina e Guido mi ha prestato 2 felpe, avevo pure le scarpe. Un rumore costante di un qualche motore che non ho ancora capito che cazzo fosse e il compressore che partiva ogni tanto, ma fatto com’ero avrei dormito anche seduto su una sedia con la testa sul tavolo, è già successo in passato.

Si alza prima Lollo e poi Bronzo, io non mi muovo, tant’è che Guido è costretto a venirmi a chiamare alle 11. Le persone che mi hanno visto uscire dalla botola (accesso primario allo scannatoio) con i capelli ingellati e spettinati, uno sguardo atroce, non hanno usato belle parole per descrivermi. Colazione con morso dalla briosche di Paolo e sorso della sua Tennent’s super. Esco, per prendere aria e spostare la macchina, in divieto di sosta da 2 ore. C’è gente che passeggia, macchine che passano, la città è viva e io me ne sorprendo. Non mi ricordo l’ultima volta che ero in giro di Domenica così presto, ma saranno sicuramente diversi anni. A volte pensi che lo stile di vita che fai sia lo stile di vita di tutti, ma, nel mio caso, non è affatto così, ne sono conscio ma me ne stupisco ugualmente. Perchè ho dormito in un bar e mi sono svegliato a quell’ora improponibile? Veniamo al titolo del post…

Quattro anni fà eravamo a casa del Gallo, il caso volle che quello era l’anno in cui ho più seguito il calcio in vita mia. Fui fortunato, vincemmo la coppa dei campioni, ma in quel dicembre di quattro anni fà il Milan perse la coppa intercontinentale, ed era una cosa a cui tenevo moltissimo. Oggi noi eravamo al Betzabea, ma il Milan si giocava il titolo di campioni del mondo con la stessa squadra e nello stesso stadio dove quattro anni fà perdemmo.

Avete mai pensato a cosa si prova ad essere campioni del mondo? Significa che esiste una cosa che sei in grado di fare meglio di chiunque altro, nessuno dei 6,6 miliardi di persone che popolano il pianeta sono in grado di farla meglio. Nomino i campioni del mondo che mi stanno più a cuore: Ric Flair 16 volte campione del mondo di wrestling dei pesi massimi (record), Evander Holyfield 4 volte campione del mondo di pesi massimo di boxe (record) e Johnny Chan 2 volte campione mondiale di poker.

Today, December, 16th 2007, Inzaghi, Nesta, Kakà, Inzaghi. At the International Stadium of Yokohama, AC Milan defeats Boca Juniors 4-2 to become 2007 soccer world champion and the football team in the world with more officially recognised international titles ever.

Non seguo il calcio come lo seguivo quattro anni fà, ma avere avuto la rinvicita su quello che accadde quattro anni fà mi ha dato una grande gioia. Lasciando stare il Milan… Le rivincite che ci si guadagna nella vita sono di una soddisfazione estrema. Di cose nella mia vita ne ho perse, e non potrò avere rivincite su tutto ma quelle poche che arriveranno avranno un gusto dolcissimo.

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Sull’ipocrisia e i polli

Questo post nasce da una discussione col Gallo sulla galline. Tralasciando l’involontario gioco di parole, se non conoscessi quel tuttologo del Gallo probabilmente non avrei mai deciso di aprire un blog, colgo l’occasione per ringraziarlo per tutti gli spunti di riflessione che mi dà.

Polli in batteria

Oggi voglio dichiarare ipocrite la maggior parte delle persone, per farlo, parto dall’allevamento dei polli in batteria:

Luci sempre accese, 24 ore su 24. Cibo sempre uguale, nella medesima quantità, arricchito con antibiotici. Spazio vitale che non permette spostamenti di nessun tipo, o di aprire le ali. “Viene loro negata la possibilita’ di cercare cibo nel terreno, o di pulirsi nella terra, o di fare il nido. All’età di due anni tutte le galline, a prescindere dal tipo di allevamento, vengono catturate in modo violento, caricate su camion e trasportate ai macelli per essere uccise. Diventano così mangime per animali di affezione o carne di seconda scelta. Vengono subito rimpiazzate da produttrici di uova piu’ giovani e il ciclo si ripete. La loro vita, in natura, sarebbe durata circa 10 anni.” [1]

E poi gli animalisti mi vengono a rompere i coglioni con campagne pubblicitarie contro l’abbandono di cani negli autogrill perchè poi stanno male psicologicamente?? Eh no cazzo…

Allora… l’uomo è al di sopra di tutti gli animali, ok. Ma poi gli animali sono tutti uguali oppure dobbiamo fare dei livelli per stabilire gli animali che devono essere trattati bene e quelli che possono essere trattati male? Siccome il cane è simpatico e il pollo no possiamo far fare ai polli una vita d’inferno ma non possiamo abbandonare i cani?

Perchè è vietato mangiare i cani e i gatti e invece i polli si possono mangiare? Che differenza c’è?

Secondo me non è giusto, tutti gli animali devono avere gli stessi diritti indipendentemente dalla simpatia che ci suscitano o dal possibile sfruttamento econimico (uova, carne, ecc.).

Considerata valida questa premessa, tutte le persone possono essere divise in 3 categorie:

  1. I Vegani. Coloro che non si cibano di animali o derivati di animali (uova, latte). Se una persona ritene indegna la vita di una gallina allevata in batteria allora non vuole partecipare a questo sfruttamento e lo fa non acquistando e non utilizzando i prodotti causa di questo sfruttamento (uova, carne, ecc.). E’ un metodo per lottare contro questo sitema di sfruttamento che per me ha più che senso.
  2. Gli Ipocriti. Sono tutte le persone che dicono una qualunque cosa in favore degli animali (i cani non vanno abbandonati, le galline non devono vivere in quel modo, ecc.) ma continuano a cibarsi di animali o derivati, non facendo niente per risolvere il problema. A mio avviso questo comportamento non può non essere chiamato ipocrita.
  3. Gli Stronzi. Sono coloro che non vedono un problema nello sfruttamento degli animali. Sostengono che l’uomo è superiore e gli animali possono essere schiavizzati, maltrattati e mutilati, non per un piacere perverso, ma per un qualunque fine utile all’uomo.

A mio avviso il mondo è pieno di ipocriti, soprattutto riguardo a queste cose. La maggior parte delle persone che leggerà questo post riterrà giusto il divieto di mangiare cani ma si gusta fiorentine deliziose, avendo magari il coraggio di dire che questo è un pensiero coerente. Mi spiace, non la penso affatto così. La cosa più facile, per voi ipocriti, è dichiarare vana la premessa sulla quale si basa il mio ragionamento. Dire che non è vero che tutti gli animali sono uguali. Và bene, potete farlo, ma allora mi fate anche una classifica degli animali e mi dite per quale motivo un animale rientra in un livello di diritti più elevato di un’altro. Seriamente.

Per quelli che stanno pensando: “Suby, ma tu mangi la carne regolarmente! Sei il primo degli ipocriti!”

No, io non appartengo alla seconda categoria. Io sono uno stronzo. Me ne fotto della vita dei polli finche rendono più bella la mia con le loro carni e uova. L’evoluzione mi ha reso più forte e intelligente di un pollo e sfruttare questo fatto a mio vantaggio e a suo svantaggio la considero una cosa non solo legittima ma naturale. E lo stesso dovrebbe valere per tutti gli animali, secondo me dovrebbe essere legale, in italia, allevare e macellare cani e gatti.

Mi rivolgo agli ipocriti, quanti di voi si sono resi conto di esserlo e quanti invece non lo vogliono accettare? Commentate gente…

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To tap out

Mi sono svegliato, oggi, e sono rimasto un attimo a letto per guardarmi indietro e ripensare ai brutti momenti che ho superato nella mia vita.

Io mentre sono in una presa di sottomissione (nota come sharpshooter) effettuata dal mio amico Rotto

Estate 2006: Il Rotto mi tiene in una sharpshooter

Ok, vi chiedo un po’ di pazienza, questo post nasce dal wrestling, vi devo spiegare ma vado oltre al wrestling.

To tap out, nel gergo del wrestling e di altri sport di lotta, significa battere più volte una mano contro il tappeto, il pavimento, o il corpo dell’avversario. Indica una sottomissione, che è un modo di perdere un match. E’ un modo di dire che non ce la si fa più a sopportare il dolore, che l’avversario ha vinto, ci ha battuto e si deve fermare.

Essendo appassionato di wrestling mi sono fatto prendere in diverse mosse di sottomissione, vi garantisco che il dolore è graduale ma si fà sentire, e un certo punto non si può far altro che cedere. Forse lo troverete masochista ma dover dire basta a volte ci fà rendere conto che non siamo invincibili, che abbiamo un limite e per uno stronzo egoista come me è un presa di coscienza che a volte serve.

Sono una persona forte, sopporto bene il dolore, ma la vita a volte ci fà soffrire. Non parlo ovviamente di dolore fisico, a volte si stà così male che non ce la si fà più, bisogna cedere.

A me è successo. Mi ricordo 2 differenti occasioni. La prima avevo 14 anni e fu in seguito ad un tradimento di un’amico fidato. L’ultima, la peggiore, è avvenuta 3 anni fa: andai a letto devastato dal dolore e quando l’effetto di quelle 25 gocce di Valium finì mi svegliai, dopo aver dormito 4 ore, e il cuscino era ancora intriso dalle lacrime versate prima di prendere sonno. Non ne potevo più, mi rimisi a piangere e da solo mi dissi “Basta, non ce la faccio a stare così, è troppo”. Purtroppo il mio avversario era il demone di un sogno di vita distrutto, e non bastava cedere affinche si fermasse.

Ma l’aver ceduto, per me, è stata una sconfitta maggiore del dolore infertomi da quel demone. Uscivo poco, non mi divertivo mai, non studiavo, non mi presentavo agli esami, vivevo la vita di uno zombie. Non ero io, non ero quello che sono.

Non è stato facile ma ho reagito e da allora tengo la testa alta.

Naturalmente mi capita di soffrire ancora, ma accetto il dolore e le avversità della vita, cerco di elaborare per superare, calcolo delle strategie, mosse e contromosse, piani A e piani B. Non solo lo affronto ma a volte gli vado anche consciamente incontro con quell’insensata spavalderia che credo contraddistingua un uomo.

Non mento a me stesso, e non è un discorso per autoincoraggiarmi.

Mi sono svegliato, oggi, nel giorno del mio 26esimo compleanno, sereno, e mi sono chiesto quanto fossi forte. Bhè, lo sono, e non tanto perchè sono anni che non mi sottometto al dolore della vita, ma perchè ammetto di averlo fatto in passato, perchè scrivo sul web considerazioni anche negative di ciò che sono, ma soprattutto, perchè mi sono sempre rialzato.

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Gli esami non finiscono mai…

Giovani con zaini e valigie. Stazione Centrale? Linate?

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No… Politecnico di Milano. Esame di stato per ingegneria

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3 giorni di scritto a fine Novembre, risultati a inizio Febbraio, eventuale orale subito dopo. 250 euro di iscrizione. Le valigie? I libri erano ammessi, le valigie li contenevano.

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L’esame è una mezza pagliacciata. I temi d’esame sono difficilissimi, quasi impossibili, ma permettono di parlare in aula, permettono di utilizzare qualunque libro, si riesce comodamente a fare l’esame in comunità e a scambiarsi le soluzioni. Scene del tipo che il presidente dice mentre dà le istruzioni per l’esame: “Ragazzi un po’ di silenzio.. parlate dopo..” o una professoressa rimprovera “Ragazzi sento le risoste fin da qui..” e si sente rispondere dall’alto “Sono giuste?”

Quello che mi ha stupito di più è stata la reazione dei miei colleghi ingegneri sfigati, si sono divisi in due categorie…Quando hanno visto il testo di quell’esame difficilissimo si sono terrorizzati. Facce spaesate, in crisi, non sapevano cosa fare…

  • Così alcuni hanno deciso di andare contro alla loro etica di secchioni che non permettono agli altri di copiare i loro compiti o chiedere con uno “shhh” di abbassare la voce, in modo che si possano concentrare… e si sono dati al parlare e al copiare dagli altri. E’ un modo di adattarsi alle situazioni, di fare qualunque cosa pur di ottenere un risultato.
  • Il secondo gruppo invece si è arreso. Si è ritirato. Ho visto gente rinunciare il primo giorno, con 6 ore a disposizione, dopo 20 minuti. Oltre all’umiliazione di non avercela fatta, e ai 250 euro buttati in 20 minuti, c’è il grosso fatto che l’esame l’avrebbero superato, se si fossero adattati e avessero copiato. Ma non l’hanno fatto. La loro integrità di secchioni non gliel’ha permesso.

Parlerò dell’arrendersi in un prossimo post. Per ora voglio focalizzarmi su questo fatto: è giusto rinunciare momentaneamente alle proprie convinzioni, alla propria morale, per superare un problema? Oppure è meglio non abbandandonare ciò in cui si crede e fallire?

Io penso che a volte, le proprie convinzioni, possano essere mandate a fare in culo. Ma quand’è che un risultato giustifica questo? Dov’è il confine tra essere delle puttane di credo e fare la cosa giusta per ottenere ciò che desideriamo?

P.S. Un grazie a Zhao per il nuovo logo.

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