Fedro racconta così (in latino in realtà) la “La volpe e l’uva” di Esopo :
“Spinta dalla fame, la volpe cercava di prendere l’uva da un’alta vite, saltando con tutte le sue forze, ma non riuscì a toccarla; allora andandosene disse: “Non è ancora matura; non voglio coglierla acerba”. Chi sminuisce a parole quello che non è in grado di fare, dovrà riferire a se stesso questo esempio.”
E’ una caratteristica dell’essere umano cercare di soffrire, di sentirsi inferiori, il meno possibile. Per farlo spesso la nostra mente crea una realtà fittizia dove, come nel caso della volpe di Esopo, la cosa desiderata diventa indesiderata.
Altri esempi, più comuni, includono:
- Autoconvincersi che il lavoro è bello.
- Autoconvincersi che è vero amore o può diventarlo.
- Autoconvincersi che và tutto bene.
- Autoconvincersi che sono veri amici.
- Autoconvincersi che è così e non si può fare niente.
- Autoconvincersi che le brutte situazioni in cui ci troviamo non dipendono da noi ma da un entità esterna malvagia (sia esso Dio, il destino, o un amica stronza).
- Autoconvincersi che in fondo è la cosa giusta.
- Autoconvincersi che lui/lei si può innamorare di me.
- Autoconvincersi che stà bene e non può morire.
- Autoconvincersi che si può tornare solo amici.
E’ un meccanismo di autodifesa che il nostro cervello fa scattare, è un processo normale, ma è giusto?
Credere in una realtà alternativa ci aiuta davvero a risolvere i problemi o è solo un modo per scappare dall’affrontarli? E ci fa bene, a volte, scappare dai problemi piuttosto che affrontarli?
Venerdì mi sono reso conto che la mia ex mi manca più di quanto pensassi. Pensavo di essere riuscito ad accettare il tutto, ma non è così. Questa presa di coscienza mi fa stare peggio, mi domando però se ciò mi aiuterà a superare veramente la cosa…
Ho la capacità di capire le persone, mi rendo conto quando si prendono in giro da sole, ma non posso sempre essere io a mettervi di fronte alla realtà delle cose. Riflettete su cosa volontariamente nascondete a voi stessi…